sabato 25 dicembre 2010

giovedì 23 dicembre 2010

Mounardo



NOTIZIA DEL 25.05.2010
L’Inter starebbe pensando a Leonardo, ex allenatore del Milan, per sostituire Josè Mourinho sulla propria panchina. Il nome dell’allenatore brasiliano sarebbe stato suggerito dallo stesso Mou a Massimo Moratti, durante la famosa cena tra i due avvenuta ieri. Il Presidente nerazzurro non avrebbe remore nell’affidare la panchina ad un’ex rossonero, che da parte sua sarebbe entusiasta di poter proseguire la sua carriera d’allenatore alla guida del club campione d’Italia e d’Europa.Tra i due ci sarebbe stata già anche una telefonata interlocutoria e in tempi non sospetti Moratti aveva dichiarato che avrebbe voluto Leo come dirigente nerazzurro. Leonardo insomma avrebbe sopravanzato rapidamente Fabio Capello e Guus Hiddink nelle gerarchie dei desiderata di Moratti ed anche se l’affare non si farà al 99% le fonti dell’avvenuto contatto sono certe.


Fonte: www.tuttomercatoweb.com


Leonardo deve farci ritornare competitivi in campionato,portare la squadra piu avanti possibile in Champions League e assicurarci alemno il 3°posto.

Se facesse di piu di questo ( una vittoria del campionato o un altra finale di Champions League ) allora credo rimarrà,in caso contrario si deciderà in base al livello di gioco e di affiatamento tra lui e la squadra.

Moratti si è preso qualche mese per pensare al futuro fino a Maggio sperando che il futuro c'e l'abbia in casa.

Molti di noi speravano nella scommessa a fine campionato scorso.

Ebbene eccola.

Accogliamolo nel modo migliore che Leonardo potrebbe diventare un gran tecnico perchè a calcio ci ha giocato veramente a livelli altissimi ed è un allenatore con un intelligenza superiore alla media che non gusta mai.

Benvenuto.

Addio Don Abbondio.


Dopo 5 mesi nei quali lo spagnolo ne ha combinate di cotte e di crude finalmente il presidente ha deciso di liberarsene.

Inutile adesso stare qui ad elencare lo scempio fisico e tattico che questo qua ha perpetrato in pochissimo tempo,riuscendo a mettere sulle gambe una squadra che ha vinto e puo continuare a vincere tutto.

Quando qualcuno chiede importanti e numerosi rinforzi per riuscire ad ottenere piu di 3 punti contro squadroni del livello di Lecce,Brescia,Bologna e Chievo o e in malafede o purtroppo deve avere limiti palesi di gestione della squadra in diversi ambiti.

Propendo per la seconda ipotesi.
Per chi conosce un minimo di inglese allego un paio di link interessanti per far capire quanto costui era amato in terra d'albione.

http://blogs.thescore.com/footyblog/2010/11/23/bandini-are-rafa-benitezs-training-methods-an-issue/
http://www.liverpool-kop.com/2010/11/ryan-babel-still-suffering-negative.html
http://www.liverpool-kop.com/2009/12/benitez-effect-strikes-again-and-this.html
http://www.liverpool-kop.com/2010/06/exclusive-rafa-benitez-vs-chelsea.html


Un dato molto interessante ,vorrei sottolinearlo, è che Don Abbondio (non aveva mai colpe ne responsabilità di nulla qui e la )ha fatto spendere ai Reds in 5 anni piu della somma di quanto abbiano speso Wenger dell'Arsenal e Fergusson dello United nello stesso periodo di tempo.

Ha dilapidato una fortuna al Liverpool ottenendo SEMPRE risultati inferiori nell'ambito della Premier League rispetto ai suoi diretti rivali ma ha avuto la fortuna di portare a casa in maniera molto fortunosa una Champions League e una finale della stessa che li ha permesso di rimanere in sella nonostante i risultati in campionato e in FA cup fossero disastrosi.

Avrebbe voluto fare lo stesso qui ma sono bastati 5 mesi per capire che non era l'allenatore adatto a noi.

Quindi il mio è un Addio senza Grazie.

Anzi.

Grazie presidente di essere tornato indietro sull'errore di partenza:
quello di averlo assunto.

martedì 21 dicembre 2010

Odio chi non parteggia.



“Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perchè la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo una guerra civile potrà rovesciare.
Tra l’assenteismo e l’indifferenza, poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perchè non se ne preoccupa.

Odio gli indifferenti. Credo che vivere, voglia dire essere partigiani.
L’indifferenza è abulìa, è parassitismo, è vigliaccherìa, non è vita.

Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti!"

ANTONIO GRAMSCI

La bombetta del giorno prima.


Ci siamo il salto nel futuro ci porta 30 anni indietro.

Alla vigilia della manifestazione di domani,il "caso" vuole che venga ritrovata nella metropolitana Romana una bombetta non innescata quindi non pericolosa ma che apparirà nei telegiornali della sera e su tutti i giornali domani mattina a ricordarci che da sempre siamo un paese sotto tutela.

"Non fate mosse azzardate",è il messaggio.

"Possiamo far tornare indietro gli orologi di 30 anni."

Hanno paura e molta.

Una settimana dopo.



É istruttivo ricostruire la giornata del 14 dicembre 2010 attraverso le convulse e affannate cronache del sito di Repubblica. Fin dal primo mattino, fiduciosi nella sfiducia all’ormai impresentabile bubbone Berlusconi, l’attenzione si è concentrata sull’aula parlamentare, sul frenetico inseguimento delle voci di corridoio, sulle ultime compravendite di voti. Le manifestazioni di piazza, dopo essere state accarezzate e coccolate per settimane, sono relegate a metà pagina, eco di contorno di un popolo pronto a inneggiare alla caduta del tiranno. Si capisce: ora, a un passo dall’auspicata uscita di scena del malvagio di Arcore, il problema è ricondurre tutto alla soluzione istituzionale. Ma poco prima dell’ora di pranzo prendono corpo i fantasmi del colpo fallito: al gruppetto capeggiato da Calearo, ultima perla lasciata in eredità dal geniale Veltroni, si aggiungono le futuriste Siliquini e Polidori. Quest’ultima ci restituisce l’immagine simbolo non solo della giornata, ma di un’era politica: la proprietaria del Cepu ha venduto il proprio voto per salvare un’impresa in cui da oggi, oltre alle lauree, si possono comprare anche le fiducie parlamentari. Ecco l’investimento in formazione e ricerca, ecco l’idea di università che agita i sonni della maggioranza e delle opposizioni! Non si capisce più chi ha tradito chi, semplicemente perché la posta in palio non è un progetto politico, ma la sopravvivenza di ceti politici. Tra cavaliere e cavallo non c’è differenza. Tutto il resto è storia nota: il badogliano Fini è sconfitto (evviva!), Berlusconi – mischiando Pirro e Romolo Augusto nell’avanspettacolo – prolunga la propria agonia da animale braccato e consegna i suoi ultimi mesi nelle mani della Lega, lo spettatore Bersani contempla la propria impotenza, i mercenari dell’Italia dei Valori dimostrano di che pasta è fatto il partito giustizialista.
Allora lo scenario cambia rapidamente: bisogna ridare la parola alle piazze. Dal sito di Repubblica rispuntano ovunque cortei e mobilitazioni, il messaggio è che il popolo protesta contro la mancata caduta di Berlusconi. Come tutti i popoli, è anche questo disincarnato, surrettizia unità di individui privi di voce e soggettività, dunque in attesa di farsi rappresentare. Ecco che, però, il reale squarcia il reality show. Non c’è più piazza del popolo, perché il popolo si spacca: studenti e precari si riprendono ciò che è loro, da Londra all’Italia le fiamme illuminano la strada verso una nuova Europa. Il sito impallidisce terrorizzato: dov’è finito il popolo educato dell’anti-berlusconismo, dove sono andati gli immaginari bravi ragazzi che piacciono a XL e che si difendono con la cultura e i libri? Scomparsi, e al loro posto ecco calare da chissà dove i black bloc. Il sapere non è più la sacra icona del pubblico da difendere, ma è una mostruosa arma con cui fare male al nemico. É l’intelligenza collettiva di organizzarsi nello spazio metropolitano, di rendersi imprendibili, di farsi sciame e di attaccare nei punti migliori.
I buoni e i cattivi, storia nota si potrebbe pensare. E invece, qua c’è una grande novità. A prendere parola, collettivamente e in modo giustamente furioso, è una generazione di studenti, precari e operai che ha una percezione assolutamente corretta della propria condizione: mobilità sociale bloccata, indebitamento per il welfare, assenza di reddito e garanzie, declassamento come orizzonte permanente. L’assenza di futuro è, innanzitutto, insopportabilità del presente. Sono passati due anni dall’Onda, dall’illusione che mettendo in galera i corrotti si risolvesse la propria condizione di precarietà. La crisi ha scavato a fondo. Le lotte hanno determinato la crisi, la crisi ha lavorato per le lotte: nelle assemblee di scuole e università i discorsi sulla meritocrazia si indeboliscono, non si sentono quasi più quelli sulla legalità o la giustizia. La linea discriminante non corre più tra violenza e non-violenza, ma tra violenza dei governi, della polizia e delle banche, e forza costituente. Studenti medi e appena entrati all’università, i veri soggetti nuovi del movimento, sono radicali nei comportamenti e nell’espressione di piazza perché hanno afferrato la radice della questione: o si trasforma tutto, o la crisi la pagheremo noi. Insomma, a bruciare sulle barricate dei palazzi assediati è la fiducia non solo in questo o quel governo ma nella speranza, che – come Monicelli ci ha insegnato – è una trappola dei padroni.
É questo il motivo per cui i cortei studenteschi incontrano questa diffusa solidarietà, perfino quando bloccano gli snodi centrali della comunicazione e del traffico metropolitano nelle ore di punta. Non perché sono i giovani bravi ed educati che sogna Repubblica, ma perché a partire dalla loro parzialità parlano il linguaggio della generalizzazione contro l’interesse generale – quello del paese e dunque dei Montezemolo e dei Marchionne. Perché parlano il linguaggio della lotta alla precarietà permanente, della riappropriazione della ricchezza comune, dell’autonomia e della libertà – quella senza popolo e contro l’imposizione del futuro. Perché parlano un linguaggio di classe. Chi pensa di poter ricondurre i conflitti e questo processo di soggettivazione nei codici della compatibilità rappresentativa o alla difesa dell’università pubblica, chi pensa che finita la battaglia si ritorni allo status quo ante ha sbagliato i propri conti, né più né meno delle odierne maggioranze e opposizioni. Lo avevamo detto: il Ddl Gelmini è un casus belli, la guerra vera inizia ora. Dove qualcuno tifava per un 25 luglio, si è aperta la strada di un 25 aprile. In serata, allora, il quadro istituzionale si ricompone unanime intorno alla condanna degli studenti e dei precari. Vuol dire che hanno paura. Era ora.

Da Corsari-Milano.

lunedì 20 dicembre 2010

Regalo di Natale




Siamo alla richiesta di arresti preventivi.
Dopo il teorema Calogero il teorema Gasparri.

Una destra di stampo sudamericano (mancano solo i militari?) tenta di portare piu in alto il livello dello scontro sociale.

Mercoledi in piazza non ci saranno solo studenti ma anche precari,lavoratori,operai e gente che vorrà arrivare nelle sedi "istituzionali" per ringraziare questa classe politica che cosi tanto ha fatto in questi anni per il bene del paese.

Un regalo di natale?

domenica 19 dicembre 2010

CACCIALO!


Adesso ha finito i barili da scaricare Don Abbondio.

Dopo la spremitura del Triplete, dopo il "è colpa del post mondiale", dopo il preparatore del Mou, dopo il Mou, dopo io ho fatto l'ISEF e voi non siete un cazzo,dopo il pallone d'oro lo darei ad Iniesta,dopo tutta una serie di facezie tattiche e motivazionali spaventose questo rompicoglioni che ormai credo sia una cavallo di Troia di qualche squadra "amica" al pari di quello che diceva che bisognava prendere tutti a calci nel culo tranne lui ( do you remember Mastro Merda LIPPI ),
Ebbene costui sputa in faccia a chi li ha dato da allenare la squadra vincitrice del TUTTO mondiale nella stagione appena conclusasi.

Quella merda del presidente e del suo direttore sportivo che negli ultimi 5 anni hanno vinto tutto in italia e adesso anche nel mondo conosciutoe non li hanno affibbiato a a questa grandissima TESTA DI CAZZO la difesa titolare del Brasile (LUCIO MAICON) comprensiva del portiere piu forte del mondo (JULIO CESAR) con in surplus uno dei 3 migliori difensori centrali del mondo (SAMUEL), i 2 terzi del centrocampo dell'Argentina (ZANETTI, CAMBIASSO) con l'aggiunta di altri 2 centrocampisti di livello mondiale come THIAGO MOTTA E STANKOVIC e il trequartista della squadra vicecampione del mondo tale SNEIJDER piu 2 tra le 5 migliori punte mondiali ( ETO E MILITO).

Ebbene questo "nulla mischiato con niente" arriva ieri con decorrenza oggi e pontifica su rinforzi stranecessari al fine di battere LECCE, BRESCIA,BOLOGNA,CHIEVO,JUVENTUS ed evitare sconfitte contro LAZIO,BILAN e ROMA.

SI DEVE VERGOGNARE E DARE LE DIMISSIONI.

Se solo si fosse tolto dai coglioni lui e il suo preparatore forse dei "rinforzi necessari" non c'e ne sarebbe stato bisogno,che una strage del genere non si era mai vista in un tempo cosi ristretto con la stessa identica tipologia di infortunio per tutta la squadra.

SI DEVE VERGOGNARE DI PRENDERE LA GENTE PER IL CULO.

Questa sera la scelta di mettere Stankovic in panchina e il cambio Biabiany per Milito sono da urlo di disperazione.

Pandev a parte il gol è stato inguardabile e Milito a mio modestissimo parere il migliore in campo nonostante il gol mangiato perchè il secondo è merito del recupero del difensore.

Anche per questa coppa ringrazio il principe, decisivo stasera e nella semifinale, la sua intelligenza e i suoi movimenti offensivi sono da manuale del calcio.

MORATTI MANDALO A CASA CHE SONO SOLO DANNI E POCHI GUADAGNI CON STO QUA.

Il Milan se si fa male Ibra si puo raggiungere tranquillamente e se non lo si raggiunge almeno nei primi 4 dobbiamo esserci se no addio campagna acquisti prossima futura.

venerdì 17 dicembre 2010

Risvegli.



Un paese in coma da 30 anni si sta risvegliando.

Campagna acquisti.

Berlusconi scatenato continua nella campagna acquisti:
oggi tocca a Cassano.

mercoledì 15 dicembre 2010

Kalispera.

«La storia si scrive nelle strade»

Manifesti affissi ad Atene...OGGI.


Scatto d''orgoglio.













Ieri a Roma uno scatto d'orgoglio.
Non in parlamento.
NELLE PIAZZE.